Se dovessi trovare un altro nome per dire “Arte” direi “Incontro”.
Oggi, nel mio laboratorio, lavorando ad un nuovo progetto pensavo al senso di ciò che stavo facendo.
E così, come fa di solito la mente, che allarga i pensieri in cerchi concentrici, come quando getti un sasso in acqua, dal mio lavoro le considerazioni hanno iniziato a muoversi come un domino, fino ad arrivare a ragionare sul concetto di Arte in generale.
“Ecco” ho pensato “si potrebbe dire Incontro invece di Arte”.
Ogni forma d’arte in effetti tende all’incontro. Si muove inevitabilmente verso l’altro.
Che si tratti di musica, di teatro, di scrittura , di arte visiva o danza, tutto cerca un incontro.
Incontro che può essere rifiutato o semplicemente ignorato, ma che, se viene accolto determina una trasformazione. Piccola grande enorme invisibile. Qualcosa accade. Per lo più qualcosa di buono.
L’Arte, pur bastando a sé stessa cerca l’altro, che, come un diapason amplifica e nutre il messaggio che essa porta.
Seduta, su uno sgabello troppo alto, davanti alla macchina da cucire, facendo questi pensieri, in un momento mi è sembrato tutto infinitamente grande e infinitamente piccolo allo stesso tempo.
L’Arte ferma la mente, prende una pausa dall’incessante assillo dei pensieri e crea uno spazio dove chiunque è invitato ad entrare. L’Arte è uno specchio dei sensi e ha radici profonde nella realtà. Ed è per questo che riguarda tutti. Ed è per questo che ha sempre un senso.